A picco sul mare.

Era, anche allora, l’inizio della Primavera.

Il mare a metà Febbraio:
le giornate già miti,
il piacere d’una carezzevole brezza sui nostri visi.
Gli alberi impreziositi dalle loro gemme,
i germogli già in fiore.
I profili sinuosi delle verdi colline contrapposti alle asperità taglienti delle scogliere.
(A picco, sul mare).
La spensieratezza del nostro discorrere:
il piacere della condivisione,
del girovagare tra i vicoli stretti senza una meta per poi ritrovarsi in riva al mare.

Ricordi come, per me, ogni istante avesse una sua ben precisa colonna sonora?
Ricordo la tua capacità di ascoltare: me, i nostri silenzi, quella colonna sonora.
Ricordo la tua capacità di saperti prendere i tuoi spazi: d’esser piacevolmente presente, mai invadente.
Ricordo una cena a base di pesce e vino bianco, il tutto smaltito sorridendo tra i vicoli e le contrade d’un piccolo borgo già assonnato.
(Ancora non ci sono turisti, al mare di metà Febbraio).

Colori, suoni ed aromi danno Vita a ricordi che giungono a flutti,
a ondate,
proprio come in riva al mare.

(Viaggiare ci regala l’illusione d’un mondo che si fa piccolo
quando in realtà sono i sentimenti ad amplificarsi, variando le prospettive).

Questo passato sembra davvero così vivo, ora.
Qui, nel presente, io sono ancora là sulle scogliere che vanno a picco sul mare.
Qui, nel presente, sono a chiedermi se quel confortevole, avvolgente, morbido senso di protezione lo possa ancora provare.

Ho una lista di cose da fare, prima d’andare.
Poche piccole cose che per me hanno un’importanza grande, profonda come il mare.
Ho una lista di cose da fare e, tra queste, c’è anche il desiderio di tornare là.

A picco sul mare.

 

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