Scorrere, per rimanere.

Float down strangers,
flow and stay.

Vivere intensamente lo scorrere del tempo è un viaggio che si rinnova con frequenza, in cui l’alternarsi delle stagioni diviene il parto violento di una gestazione durata novanta giorni: inevitabile passaggio di morte e rinascita, di morte e rinascita, di morte e rinascita ancora.

Il lento respiro di una fisarmonica che per tre mesi si espande,
per un giorno si arresta silenziosa,
per altri tre mesi si contrae.

Vivere intensamente lo scorrere del tempo è attraversare ad occhi socchiusi gli strati da cui hai preso forma, proseguendo un viaggio a senso unico finché non giungi al centro, a quelle coordinate interiori accessibili a te soltanto.
Lì, ogni cosa è al suo posto: anche tu.

Vivere intensamente lo scorrere del tempo è una lenta discesa alle profondità del tuo albero genealogico: è lo sporco della terra che ti circonda, la digestione delle radici che ti hanno nutrito e tra cui hai trovato spazio.
È la ripartenza in rampicata verso il tronco che prosegue poi sui rami, fino alle estremità,
fino alla schiusa di nuovi germogli.

Un arricchente viaggio in solitaria in cui assaporare un senso di libertà nuova:
piena, inebriante, corroborante.
Un movimento lento che lento approfondisce, ripercorre, attraversa, muore e rinasce.

Scorrere,
senza temere.

Scorrere,
per rimanere.

Vivere intensamente lo scorrere del tempo è condensare l’infinito in ogni istante,
a partire da qui.

 

Breve citazione in inglese dal brano “Now There’s That Fear Again” dei Múm · Gunnar Oern Tynes / Oervar Thoreyjarson Smarason / Kristin Anna Valtysdottir / Gyda Valtysdottir © Warner/chappell Music Publishing Ltd

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