La durezza degli organi.

“Fatti lo stomaco duro e ingoia il boccone amaro.”

In età adulta, un rigurgito d’adolescenza è il giusto pretesto per sprofondare nelle riflessioni, scivolando giù: fino a che ve ne sia bisogno, fino a che non si avverta il contatto con fruttuose conclusioni.

La prontezza di reazione della giovinezza elaborata dalla consapevolezza dei trent’anni inoltrati: quello che resta tra le maglie del setaccio è la verità valevole ieri come oggi, la risposta a domande che continuiamo a porci, cercando l’approccio migliore ad un’Esistenza che ha più dimensioni e sfaccettature di quante i nostri sensi possano percepire.
E’ perciò il banco che vince, come sempre: perché vi saranno ancora domande prive di risposta, perché nuove situazioni giungeranno come rapaci in picchiata a coglierci nel vuoto della nostra inesperienza.

Poiché quando ci rapportiamo al Vivere, siamo noi il Davide di una storia dall’epilogo variabile: in balia d’una fionda che non sempre si mostra tesa e d’una mira, la nostra, dall’incostante accuratezza.
Consapevoli della nostra imperfezione e del fatto che inevitabile sia il raffronto con gli eventi che Golia con veemenza ci scaglia contro, cerchiamo quantomeno di preparaci al meglio.
Acquiamo i nostri sensi, rendendoci più consapevoli e percettivi.
Tendiamo i muscoli, divenendo rapidi e decisi quando urge un cambio di rotta.
Secerniamo ormoni, irrorando copiosamente organi e muscolatura.

Fuggiamo o combattiamo.
Vinciamo o cadiamo.
Ci rialziamo e nuovamente perdiamo.
Ci rialziamo ma questa volta vinciamo, continuando incessantemente ad accumulare esperienza.
E’ proprio la consapevolezza di quest’esperienza a suggerirci quello che, forse, è infine l’approccio migliore.
La quadratura del cerchio.
Golia che scopre il suo fianco.

In modo del tutto intimo e personale, impariamo quindi con il Tempo a regolare la durezza degli organi: due, in particolare, orientiamo in direzioni divergenti.
Lo stomaco si fa più duro, divenendo quasi insensibile alle fatalità del quotidiano.
Il cuore, al contrario, si mantiene morbido, in atteggiamento d’armoniosa accoglienza verso ciò che di buono ci aspetta sul cammino.

Aggiustare a nostro piacimento la durezza degli organi: incrementare la durezza dello stomaco, mantenere la benevolenza del cuore.

Regolare con certosina precisione la durezza degli organi: è forse tutto qua il segreto per disorientare Golia, per farlo vacillare fino alla definitiva perdita d’equilibrio, per vederlo rovinare al suolo in tutta la sua piccolezza.

Per riuscire a guardare oltre la montagna di polvere sollevata dal tonfo del gigante: per acuire lo sguardo ad Est, ove sorge il Sole ed inizia maestoso un nuovo giorno.


(Il propellente per tornare in orbita passa anche attraverso la colonna sonora adatta: iColonnelli, “il boccone amaro”).

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