Le stanche suggestioni.

Le stanche suggestioni si rotolano su fianchi mai scoperti: non s’arrendono alla levità delle loro voci, non s’arrendono e perseverano fino a che non saranno riuscite a scuoterci dalla nostra stasi (non così comoda, eppur ammaliante).

Le valigie che non avremmo disfatto mai: il peso dei viaggi che abbiamo affrontato obtorto collo, come un paracadutista vertiginoso privato della possibilità di ripensamenti, nell’attimo in cui mani possenti ed invisibili lo colpiscono alle spalle con irreversibile intensità.

I sogni, che con costanza senza Tempo sgretolano le nostre illusioni mettendoci faccia a faccia con le nostre deficienze: i desideri che avrebbero potuto concretizzarsi, portandoci lontani dalle sponde di questa mattinata insipida.

I ricordi che mutano in voglie indicibili per risolversi in realtà troppo brevi, soprattutto ora che è estate e che le sveglie sanno non suonare mai: siamo nel silenzio dell’alba, abbagliati dai luminosi colori delle nostre vivide impressioni.

Le stanche suggestioni, aggrovigliate alle vivide impressioni: questo è quanto ci resta al risveglio, ed è abbastanza per metter in moto sequenze di parole sui tortuosi tracciati scoscesi delle nostre sensibilità.

Le stanche suggestioni, sui nostri corpi apparentemente riposati.

Le stanche suggestioni, tra lenzuola stropicciate.

 

Passeremo minuti ed ore nell’ardore più complice,
amorevole amore illuso sillaberemo le coccole.

Citazione in corsivo dal brano “Poeti” – Marlene Kuntz (Cristiano Godano, Riccardo Tesio, Gianluca Bergia)

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