L’insieme delle nostre funzioni vitali.

Hey you’re everything you dreamed you’d be
What a civilized way to be angry

Jane respira sommessamente:
come avesse inteso il disegno nella sua interezza,
come avesse perso ogni speranza e ritrovato ogni fiducia.

La brezza estiva le sposta i capelli, le scopre gli occhi:
la osservo così nel silenzio del controluce,
nell’ultimo sbadiglio infuocato d’un Sole ormai assopito.

Nella fissità dei nostri sguardi lasciamo sopraggiunga la notte:
noncuranti del Tempo ci lasciamo avvolgere dall’oscurità,
le permettiamo di privarci della vista, di acuire i nostri sensi.

Jane respira affannosamente:
come volesse lasciar spazio all’umana paura,
come volesse accogliere il mio sterile aiuto.

Sdraiati nell’umidità d’un solleticante tappeto erboso intrecciamo le nostre dita:
come pregano gli infanti prima della buonanotte,
come s’innamorano gli adolescenti.

Come voler intensificare lo stato d’animo e, nel contempo, condividerlo.

Jane respira sommessamente:
come avesse finalmente trovato la pace,
come volesse fingere serenità affinché anche io, rannicchiato al suo fianco, possa socchiudere gli occhi senza temere di sentirmi bambino.

Ancora una volta, come trent’anni fa.
Ancora una volta, anche se ora è lei al mio fianco.
Ancora una volta, poiché lei è ora al mio fianco.

Incuranti degli adulti che non siamo riusciti a divenire
ostentiamo serenità:
nel cuore della notte giunge così il sonno.

Respiriamo,
lentamente.

 

Citazione in corsivo dal brano – “Another permanent address” – Chroma key (MOORE KEVIN F / TUSHAR STEVEN MICHAEL)

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