Quelli quasi adulti inalavano l’aria fresca della sera.
Quelli quasi adulti accendevano sigarette,
sorridevano a brindisi solitari con rumorosa ipocrisia,
approcciandosi alla Primavera come risultava loro più naturale.
I più giovani saltavano in piscine mai troppo profonde,
sfiorando lanterne che parevano saltare con loro.
I più giovani saltavano tra i sorrisi dei quasi adulti:
dall’aria fresca della sera all’acqua fresca della piscina,
con spensieratezza saltavano.
Gli altri già dormivano o (così ci piace immaginare) da lontano osservavano in silenzio, sorridendo con malinconia.
Liquidi in bottiglie e bicchieri,
liquidi in piscine,
in corpi umani,
liquidi contenuti,
liquidi con contenuti.
Liquidi fluivano, senza anagrafiche variabili, verso la prossima Stagione.
Liquidi fluivano, senza anagrafiche variabili, come fluidi immiscibili con un Tempo che pareva non appartenerci quella sera e che, forse, non ci era appartenuto mai.
Come fluidi immiscibili,
continuavamo a fluire.
Gocce di poesia tra le dita.
Tutto ciò che ci rimane.